I chiostri di New York by Katy Hays

autore:Katy Hays [Hays, Katy]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-05-12T12:00:00+00:00

Capitolo quindici

Il giorno successivo andai per la prima volta alla Morgan Library sulla Madison Avenue, un palazzo in pietra arenaria del XIX secolo i cui interni dorati ospitavano manoscritti rari e bozze originali delle sinfonie di Mozart e disegni di Rubens. Nel 2006 una gigantesca campagna di raccolta fondi aveva finanziato l’aggiunta di una nuova costruzione dietro il palazzo che comprendeva un atrio in vetro e un auditorium. Quel giorno l’atrio era affollato da accademici e figure di spicco del mondo dell’arte per il simposio, che quell’anno era intitolato L’Arte e l’Occulto: divinazione nell’Europa della prima Età Moderna. Eravamo andate insieme, io e Rachel, dopo che Patrick ci aveva detto che ci saremmo visti là.

La Morgan era chiusa al pubblico e l’atmosfera da club esclusivo era inconfondibile: ovunque la gente alzava mani o tazze di caffè in segno di saluto. C’erano gruppetti di donne con eleganti gonne a matita, collane appariscenti e papillon, e vari gradi di uno studiato déshabillé. Ovunque le persone facevano gruppo con quelli che conoscevano e spettegolavano sugli altri. Se fossi stata in grado di ascoltare anche solo una conversazione, ero sicura che sarebbe stata quasi incomprensibile, una lista inaccessibile di nomi, posti e corsi fatta per escludere qualsiasi individuo abbastanza sfacciato da tentare di introdursi. Dal bancone del bar proveniva il rumore della macchina da caffè La Marzocco.

Riconobbi alcuni volti e mi resi conto che ero stata rifiutata da almeno dieci delle persone presenti. Essendo i rifiuti per il dottorato qualcosa di piuttosto personale, mi chiesi quanti di loro avrebbero riconsiderato le loro prime impressioni su di me, sul mio lavoro, dopo quell’estate, dopo che io e Rachel avremmo trovato il modo migliore per annunciare la nostra scoperta.

La lista di relatori, quel giorno, era piena di luminari e docenti in ascesa, un invito alla Morgan significava che ce l’avevi fatta. C’erano docenti da Chicago e dalla Duke a tenere lezioni sulla profezia nei canti carolingi e sul misticismo medievale come culto che adorava la donna. C’erano conferenze sulla storia dei dadi e sull’oroscopo dell’infanzia di Isabella d’Este, sul ruolo dell’astrologia e della geomanzia, sui segni della superstizione e sull’interpretazione dei sogni. Noi, nello specifico, eravamo andati per la lezione di Herb Diebold sui tarocchi, la discussione aperta che Patrick avrebbe moderato.

Era presente anche Aruna, e al nostro arrivo si fece largo per raggiungerci, si avvicinò con fare cospiratorio e disse: «Immaginavo di trovarvi qui».

«Sì, non potevamo mancare» dissi.

«Né Patrick ce lo avrebbe permesso» aggiunse Rachel così piano che non ero sicura che Aruna l’avesse sentita.

Aruna si lisciò il vestito. Era di crêpe bianca con grandi tasche squadrate sul davanti. Uno stile che avrebbe fatto sembrare chiunque démodé, ma su di lei faceva un effetto semplice, elegante.

«Hai avuto modo di parlare con uno di questi pettegoli di cosa dovremmo aspettarci per oggi?» chiese Aruna.

«Credo che preferiscano essere chiamati accademici» disse Rachel.

Prima che lei potesse rispondere, fummo interrotte da un uomo dalla carnagione olivastra ed estremamente abbronzato che diede due baci a Rachel e disse: «Hai ragione, preferiamo accademici.

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